“Per un attimo temo che lui possa cadermi davanti ai piedi, nell’istante stesso in cui parte la marcia nuziale, intonata da un quartetto d’archi. E’ visibilmente commosso, mentre gli trema un polsino del prezioso tait che gli calza a pennello. Lei, raggiante sotto il velo antico merlettato della nonna, avanza raggiante e un po’ incerta sotto il braccio di suo padre, che simpaticamente saluta gli a
stanti della navata sinistra, come se quel giorno lo avesse vissuto nei suoi pensieri così tante volte da essere naturale, oggi che è avvenuto. La sposa sorride, lo sposo deglutisce, sua madre gli dà un colpetto col gomito, lui mi rivolge un’occhiatta eloquente, e io lo rassicuro, sottovoce, dal primo banco : <>” ( da “storia di un giorno speciale”, le nozze di D. e St. , Amalfi, 2011, di Giusella De Maria, wedding writer)

 

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