io foto boQuesto post è il primo da autrice Mondadori. E mi scuso con tutti i miei lettori di oggi e di sempre.
E’ che mi ci è voluta una settimana a capire quello che avevo combinato. Non che l’abbia proprio inteso a pieno, ma diciamo che le vostre fantastiche “selfie” con il mio romanzo, da ogni parte dello stivale, mi hanno aiutato un bel po’ a capire che, dunque, ce l’ho fatta. Ho realizzato il mio sogno di bambina.
Diventare una “scrittrice”. Ovvero, non sono più solo una svitata che vede passare davanti a sé personaggi curiosi immaginari o che ad occhi aperti vive delle vite parallele nella sua testa. No. Ora è perfino peggio, perché ci siete voi testimoni di questo mio mondo alternativo, così vario, bizzarro, ricco di eventi e di persone, così intriso di vitalità.
Avevo sei anni quando mio padre mi regalò un blocco di carta, avanzi di cellulosa della cartiera per cui lavorava. Aveva pensato bene di far rilegare gli scarti di fogli così che la sua vivacissima secondogenita combina guai potesse starsene buona per almeno dieci minuti, a impiastricciare con i colori.
Sono sempre stata negata con il disegno. Faccio ancora gli omini come in terza elementare…
così ci scrissi su una storiella, su quei fogli. Lunga dieci pagine. Con la mia orrenda grafia che la maestra invano tentava di accomodare almeno nei righi…
E’ stato così che ho scoperto che nella mia testa ronzavano storie variopinte.
“Tu farai la scrittrice”. Non aveva dubbi, papà.
Io ne avevo uno, soltanto: quando sarò una scrittrice, la maestra la smetterà di dirmi che ho una grafia schifosa e che devo stare nel rigo?!

Non sono mai riuscita a stare nei righi, la mia grafia è tutt’ora peggio di quella di un bambino pasticcione di cinque anni che si approccia alla scrittura, la mia penna è pigra e arrivo sempre ad impugnarla dopo lunghe sorsate di vita. Quella vera. Mia fonte, inesauribile, e scintilla della mia vivace fantasia.
Se sono una scrittrice, oggi, lo devo anche a lei. Alla vita che ho vissuto. Perché le idee fioriscono sì da un intelletto fervido e fantasioso. Ma la vita è di più.

GìDM

 

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