25APR

C’è stato un tempo in cui gli italiani combattevano. Non c’era da mangiare, rovine ovunque, il sonno rotto da anni dall’acuto angosciante sibilo delle sirene, e uno straniero dissennato e sterminatore che soggiogava le nostre terre, i nostri uomini, le nostre donne, i nostri ebrei, i nostri ricordi, la nostra storia, i nostri sogni, la nostra patria. Ma il nostro coraggio no, e neppure il nostro secolare spirito di libertà. Si aramrono, i nostri uomini italiani, ex militari, ufficiali, ciabattini, operai, studenti, manovali, li chiamarono “partigiani”; si armarono le nostre donne, di incredibile coraggio e dedizione per una patria che volevano libera, proteggendo e aiutando quegli uomini, nascondendoli nelle loro stalle, nelle cantine, dando loro cibo, favorendone la fuga, facendo da “staffette”, con i loro cestini di mele al braccio. I rossi frutti, sopra, e sotto bombe a mano.
Essere scoperte significava la fucilazione. E quelle non mancarono. Combatterono, i nostri partigiani, per sentieri e monti, da Roma in su, una guerra in luogo di un re pusillanime e fuggiasco, che aveva abbandonato coi suoi alti ufficiali la sua Patria, nell’orrore e nella miseria di una guerra che aveva favorito, nelle mani di un duce folle che ci consegnò a un nemico tedesco di nome Hitler, più folle di lui.
Duecentomila i partigiani che lottarono contro il nazifascismo, monarchici, comunisti, democristiani, borghesi conservatori, persino ex fascisti disertori del regime, l’uno accanto all’altro, per una libertà che in fondo non avevano mai avuto, per un’Italia che avevano sempre amato.
Guardatela, questa vostra Italia liberata, il 25 aprile del 1945 la Resistenza del Comitato di Liberazione Nazionale ve la donò.
Dissacratela pure infangandone la sua storia, mistificandola per squallidi tornaconti politici.
La vecchia Italia è sopravvissuta a ben altri orrori.
E mentre gli americani ricordano con orgoglio e fierezza i nostri partigiani e finanche la Germania annovera tra le sue memorie quella “Roma esplosiva” che difendeva con gli artigli la sua patria, tra i nostri compatrioti c’è ancora chi senza criterio storico denigra la Resistenza.
In fondo, essere dei veri italiani non è mai stato facile.

Giusella De Maria

 

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