io sushiDunque, è ufficiale. Il sashimi è un incredibile debellatore e inibitore del male del secolo: i cuscinetti di cellulite.

E’ circa un anno che è diventata la mia droga preferita, rovisto nelle borse nei portafogli vari che ho per racimolare soldi per la mia razione di sushi & sashimi della settimana. Ne ho provati in tutti i ristoranti e in tutte le formule: alla carta, all you can eat, sushi gold day, a domicilio ( dove c’è il cinese che per avvisarmi urla sotto alla mia finestra “Plonto! Mangiale, mangiaaleee!”.)

Ma non fila tutto liscio. No. Io mi sento in colpa, terribilmente, quando le mie papille gustative si trastullano con quel delizioso salmone crudo puro. L’eserichia coli. Quel maledetto batterio di cui non avevo precisa conoscenza, prima che mia sorella, ingegnere chimico alimentare, (guarda un po’!), me ne ha perfidamente illustrato sintomi e decorso delle infezioni che apporta, dalla meningite alla setticemia.

Ora, nonostante la mia ipocondria riguardo alla proliferazione batterica, la mia ingordigia di sashimi mi ha condotta a studiare i metodo di conservazione del prelibato piatto giapponese.

In definitiva, non siamo proprio in una botte di ferro, noi tossici di sushi, ma in fin dei conti un batterio malefico può stare anche nell’insalata…

Ma!…il sashimi è un ANTICELLULITE! Non che io abbia la cellulite, intendiamoci…ma ho superato i trenta e certi mali incalzano ugualmente, subdolamente, mica ti avvisano. Un giorno vai a dormire con le cosce sode e ti risvegli all’indomani con due buchi di grasso sul sedere…a niente ti servirà frignare amica mia, PREVENZIONE. E’ questa la parola magica. La prima.
E la seconda è : SASHIMI!

GìD.M

 

One Response to Sashi-mi, no cellulite!

  1. Il ragguaglio di tua sorella per quanto riguarda il parassita è fondato, ma è anche vero che è più facile che il maledetto si sviluppi fra i cibi di una cucina domestica, piuttosto che in luoghi sempre sotto il mirino dei famigerati n.a.s. come bar e ristoranti, sottoposti a regole severissime, nei ristoranti vige un sistema di conservazione dei cibi specifico e rigorosissimo, atto per l’appunto ad evitare disguidi come la proliferazione di indesiderati ospiti microscopici e l’eventualità di contrarre intossicazioni alimentari. Per chi somministra alimenti e bevande nel nostro paese, c’è l’obbligo di frequentare un lungo e costoso corso al fine di sostenere gli esami per l’idoneità all’attuazione dell’H.A.C.C.P.

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