“IL RESTO DI NIENTE” di Enzo Striano  (Mondadori)

Quando un uomo muore sul campo di battaglia è un eroe. Quando a morire per mano del nemico è una donna,  o è una martire o è una matta. Come Giovanna D’arco, la “pazza” pulzella d’Orleans, ebbra d’idee libertarie , la matta sedicenne “invasata” che vestì abiti maschili e armatura e armi e guidò un esercito intero e vinse battaglie. E fu arsa, sul rogo, col tacito assenso della sua gente, della sua patria, del re che per il cui trono aveva combattuto.
1799. Napoli borbonica, vicoli sudici e vocianti, piazze pullulanti di mercanti e zingarelli, salotti festosi e banchetti regali, certami letterari e nobili conversazioni di corte. E lei, una portoghese giunta a Napoli men che adolescente, la marchesa Eleonora Pimentel Fonseca, la pioniera giornalista pudica e d’idee brillanti, che un bruto marito non all’altezza del suo ingegno maltrattava come la sguattera di turno e, analfabeta come troppi, accusava la  moglie di una corrispondenza adulterina, le sue lettere di stima al maestro Metastasio…
In una  Napoli brulicante di odori, in una Napoli sempre uguale, fermentavano i germi d’idee libertarie e repubblicane, sulla scia del sogno napoleonico, all’insegna di una carboneria tutta partenopea, e forse troppo ingenua.
I Serra di Cassano, Lomonaco, Filangieri, Conforti, Carafa, e molti altri, tutti  notabili della Napoli che contava, che veniva invitata a Corte per banchetti e festività, che ardì tramare contro il re, svestendosi di redingote e parrucche e sporcandosi di polvere da sparo e sangue.
Ammiragli, medici, esponenti del foro, dame patriottiche e lazzari, combatterono a Napoli, per la libertà dal re straniero, nell’inverno del 1799, nell’indifferenza popolare.
Castel dell’Ovo e Sant’Elmo le loro fortezze, i nostri romantici ruderi di oggi, di noi che non sappiamo. Ci fu uno squarcio di luce nel buio dell’ottuso conservatorismo, una repubblica e un giornale,il Monitore napoletano, il primo in assoluto diretto da una donna, Lenòr Pimentel.
Si vivrà, attraverso queste righe così perfettamente reali, nella storia che tutti abbiamo il dovere di apprendere e che passa in brevi accenni nella storiografia ufficiale.
Conoscerete una donna immensa che non dimenticherete mai più, la sua ricca incredibile vita, il turbinio della Storia che vi irrompe, troppo concreta per dirla romanzata, con un linguaggio schietto, democratico e universale al pari dei valori di cui è portatore.
Vi si affaccerà un pensiero, lento, commosso: a chi è importato? Che cosa resta, dunque, di tanta grandezza, di tanta Vita? Niente. Il resto di niente.
 

One Response to Una “STORIA” che non dimenticherò mai: “IL RESTO DI NIENTE” (E. Striano)

  1. Sabato83 ha detto:

    E' tutto molto affascinante…

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