Valentina

Quando avevi due anni e qualcuno ti domandava come ti chiamassi rispondevi “Vava”, e poi, un attimo dopo, indicandomi a dito, aggiungevi il mio nome “Tella”. E’ passato qualche anno da allora e oggi mi hai mandato questo bigliettino in una foto. Non ci vediamo da otto mesi, tutti quelli che questo virus cattivo e brutto ci ha impedito di farmi tornare a casa. Ho sempre raccontato agli amici delle mie pazze avventure con tua sorella Sabry, i mitici racconti di “Sabry e Dutella”, ma tu ieri mi hai detto “Ma Giusè, non parli mai di me, ho controllato”.
Perché ora tu hai questo magico superpotere: sai leggere. Non solo, riesci a fare ricerche in rete digitando da sola quello che t’interessa. Hai il dono dello spirito critico. E mi hai fatto commuovere. Quel giorno che mi hai mostrato sul tuo tablet la tua ricerca ricorrente preferita : Giusella. Hai trovato il mio nome, guardato le foto dei mie eventi, del blog, degli articoli scritti qua e là, non ci avevo mai guardato.
“Perché non parli mai di me?”, mi hai domandato. Hai ragione. Non l’ho mai fatto, tranne due volte. Quando ti ho stretto la manina per la prima volta e quando sono tornata a casa per il tuo primo compleanno. E sai perché, cuore della zia? Perché scrivere di te non è facile. Ho paura che le mie parole non siano abbastanza grandi e belle per descrivere quanta meraviglia sei tu. Con i tuoi occhietti neri intelligenti, le idee geniali che ogni giorno ti frullano nella testa, delle nostre fughe estive per le città, nelle librerie, le giornate a preparare pranzetti nella cucina della nonna o a fare la sfilata di moda in corridoio o a sbavarci le mani di slime.
Valentina Lombardi, ecco, mi hai raccomandato di scrivere bene il tuo nome e cognome, mia nipotina del cuore, così che tu lo possa leggere quando cliccherai in rete, spero possa bastare questo post per dirti quanto pazzamente e immensamente mi manchi anche tu.
Ti voglio bene infinito. Preparati per la fuga più pazza del mondo. Sto tornando!