È una sposa

È una specie di formula in codice. Pronunciarla crea sulle prime una sorta di panico, il tempo di mobilitare la macchina operativa per trasformare in realtà ogni desiderio che uscirà dalla bocca della futura sposina.

E allora, lo faccio. L’idea mi viene quando entro in una profumeria e spruzzo di fragranze alcune asticelle di carta. Ne provo una decina. Quando esco le sto ancora annusando e passando davanti a Sephora mi viene un’idea.

«Buongiorno»

«Salve, posso esserle d’aiuto»

«Sì per favore. Vede, sto cercando un profumo, ne ho provati diversi e mi sono innamorata di questo».

Estraggo dalla tasca un’asticella impregnata di “Ange au Demon” di Givenchy che avevo tenuto da parte dalle altre.

La tizia dal trucco impeccabile con la coda alla nuca mi rivolge lo sguardo di chi ha di fronte una sciroccata. Le spiaccico la stecchetta sotto la naso e piuttosto infastidita mi risponde che «la fragranza è sfumata«. Non riesce proprio a capire di che profumo si tratti. Dice che le dispiace. Ed è lì che sfoggio uno dei miei sguardi da cerbiattina ferita sull’orlo di  un precipizio.

«Ma…tra meno di un mese…mi sposo».

Non mi rendo subito conto di quello che accade attorno a me. Mi sembra come se d’un tatto sia stato annunciato uno stato di emergenza, vedo commesse distaccarsi dalle postazioni cosmesi e creme antirughe e recarsi al piano superiore. Un mormorio serpeggia come un’eco che giunge fino alle mie orecchie : «È una sposa…è una sposa».

«Faremo tutto il possibile per trovare il suo profumo»

«Grazie»

«Dove si sposa?». Accidenti. Mi coglie impreparata. «Sul lago di Como», sparo a caso.

Le sue pupille si fanno liquide. Sospira. Mi conduce al piano di sopra e mi fa accomodare su uno sgabello. Non credo a quello che sta accadendo sotto ai miei occhi. Un battaglione di sniffatori di fragranze è schierato di fronte alla parete dei profumi da donna. A turno, spruzzano, odorano, si consultano. Poi scuotono il capo in segno di diniego.

A momenti mi commuovo, mentre rifletto di non essere mai stata trattata così bene in un negozio, con uno zelo pari a quello riservato alla Contessa del Galles.

Una fitta pungente mi preme sullo sterno, il riflesso di un piccolo senso di colpa che mi pervade e si dilegua nell’istante in cui mi annunciano che «Sta arrivando un esperto». Una ragazza mi domanda se nel frattempo abbia voglia di provare un nuovo fondotinta, se voglia un caffè e se abbia già scelto l’estetista per le nozze. Per non farla sentire inutile acconsento e le dico con tono ammiccante che la sto ancora cercando.

Ed eccolo qui, l’annusatore di fragranze specializzato. Si materializza di fronte a me, acclamato nemmeno fosse Superman.

Mi stringe la mano, mentre quella della commessa mi picchietta del correttore sotto agli occhi.

«Uscirà di qui col suo profumo, si fidi di me».

Realizzo in quell’istante che dovrò comprarmi un profumo, ma poi sorrido, non capiranno mai di quale si tratta.

Gridolini si levano dalle boccette mentre mi guardo allo specchio con questo rossetto malva che mi sta una bellezza, di certo lo avrei messo alle mie nozze sul Lago di Como.

Uno stuolo di commessi mi si avvicina con passo felpato, percepisco l’emozione dai loro sguardi.

Lo sniffatore mi è davanti con una boccia da 100 ml di “Ange Au Demon” di Givenchy.

Ho la gola secca. Sono incapace di mentire. Faccio un sorriso imbarazzato e felice e annusando confermo.

«Sì. È lui».

Mi accompagnano alla cassa trotterellando.

Estraggo la carta di credito e la porgo alla commessa.

«Per le spose facciamo uno sconto speciale del sessanta per cento».

Le elargisco un sorriso euforico. Esco, con il mio profumo da sposa nel sacchetto, in direzione del parrucchiere».

«Buongiorno, vorrei fare una piega».

Poi, non riuscendo a trattenermi, aggiungo.

« Mi sposo il mese prossimo».

 


 

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