La Wedding intervista del giorno: Lorenzo Marone. Scrittore, ha pubblicato La tentazione di essere felici (Longanesi, 2015), 18 edizioni in Italia; e tanti altri romanzi di successo, come “Un ragazzo normale” (Feltrinelli, 2018, premio “Giancarlo Siani”), “Tutto sarà perfetto” (Feltrinelli 2019 ) e “La donna degli alberi”, di recente uscito per Feltrinelli; molto seguito anche sulla pagine de La Repubblica per la rubrica “I granelli” di Marone.

Ciao Lorenzo, grazie di aver accettato questa “wedding-intervista”. Sei il primo sposo della mia rubrica, le donne impazziranno, sei pronto? Partiamo.

Quand’è che hai capito che l’avresti sposata? C’è stato un momento preciso in cui hai avuto la certezza, come vediamo nei film, che lui la guarda trasognato mentre lei si sporca il viso del cioccolato di una ciambella ?

Ho pochissime certezze nella vita, quindi capii subito che lei era quella giusta, ma, come in ogni cosa, ho i miei tempi per decidere…

Come le hai chiesto di sposarla? Ti sei inginocchiato? Facci credere ancora all’amore, dai:
Mmh… no, mi dispiace deludervi, non mi sono inginocchiato. Ma qualcuno lo fa davvero?

Tu che scrivi pagine meravigliose lette in diverse lingue nel mondo, le hai mai scritto, che so, una lettera, dei versi, o un bigliettino in giro per casa?
Sì, tante volte. Per l’anniversario dei 10 anni di fidanzamento ricordo le regalai un album con le foto più significative di noi due, e all’epoca non era mica semplice come oggi! Alla fine del libro c’era una frase: “Eravamo insieme, tutto il resto l’ho dimenticato”.

La prima cosa che ti viene in mente se pensi al giorno delle tue nozze:
Un po’ di tremarella, non me la godetti fino in fondo, oggi cercherei di essere più sereno. E provai anche tanta commozione, quando la vidi entrare in fondo; è un istante che non si dimentica. Come anche quando mi arrivò accanto. Non c’è nulla di più potente che guardare la persona che ami negli occhi.

In genere gli uomini fingono di essere coinvolti dai dettagli dei preparativi e invece sono solo trascinati come da un vortice, in molti casi. Tu invece sei stato realmente attivo protagonista dell’organizzazione?
Sì, abbastanza, partecipai attivamente, ma la scelta finale spettò ovviamente a lei. Però io sono un pignolo, mi piace dire la mia su tutto.

Dove vi siete sposati, a Napoli?
A Napoli, nella chiesa di Santa Chiara.

E’ stato un ricevimento tradizionale o di quelli che gli amici cominciano a farti scherzi dal giorno prima, tipo che attaccano manifesti funebri col tuo nome per la città o cose del genere ?
No, abbastanza tradizionale, pochi invitati, una cosa sobria. Fin troppo, con gli occhi di oggi.

Cosa pensavi mentre te ne stavi lì sull’altare, con le mani che ti tremavano a guardarla percorrere la navata della chiesa?
A quanto era bella e solare, e alla forza che mi dava solo guardarla. E poi pensavo a cosa avrei detto al prete, ero impreparato, imbarazzato, non conoscevo le risposte, le preghiere, i movimenti giusti, c’è una scena nel girato che ogni tanto torniamo a rivedere, e ridiamo ogni volta: stiamo per ricevere l’ostia, e io sono in tilt, non so cosa devo fare, cosa dire, cerco lei con lo sguardo, per un aiuto, totalmente smarrito, un cucciolo impaurito. Non posso definirmi di certo un cattolico.

Il primo giorno da marito e moglie a casa vostra, te lo ricordi? Chi ha cucinato?
Davvero vuoi troppo, si perde nella notte dei tempi…anche perché prima abbiamo convissuto.

Se potessi risposarti con tua moglie, rifaresti lo stesso matrimonio o cambieresti qualcosa di quel giorno?
In parte ho risposto, farei un po’ più di “caciara” certamente, con l’età impari a non prendere troppo sul serio le cose, a dare valore alla leggerezza.

Un buon motivo per sposarsi anche nell’era Covid ai tuoi lettori e alle tue lettrici
La quarantena da soli immagino sia dura :).
Scherzo: la verità è che il mio vissuto mi ha portato a non credere troppo nella famiglia, non ci sono mai andato leggero nel descriverla, ne critico tuttora molte cose, il muro invalicabile che erge per proteggersi da ciò che c’è fuori, come se fossero tutti nemici col fucile spianato. Mi convince poco l’idea che ci si possa fidare solo del proprio sangue, modo di dire che mi fa ribrezzo. Però è anche vero che la pandemia ci ha ricordato che la famiglia è una delle poche cose certe che abbiamo, un rifugio sicuro, è amore e complicità, perciò dobbiamo ogni giorno darle tutta la nostra attenzione, metterci tutta la cura possibile.

Grazie di cuore Lorenzo, i fiori d’arancio del giorno sono tutti per te!

#sisposichipuò

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