La Wedding intervista del giorno: Daniela D’Angelo, direttore editoriale della casa editrice Avagliano. Trapanese di origine, romana di adozione. È stata editor per la narrativa contemporanea per una piccola ma vivace casa editrice romana. Poi ha esordito nella comunicazione come ufficio stampa. Ha curato ripescaggi letterari di autori tra ‘800 e ‘900. Per Sciascia editore ha pubblicato la raccolta poetica “Catalogo dei giorni felici”, con cui ha vinto la V edizione del Premio Nazionale di Narrativa e Poesia Città di Fabriano.

Bentrovata Dani, grazie per averci invitato alle tue nozze passate. Io so quanto la narrativa sia parte vitale della tua vita, visto che da anni lavori con i
romanzi. Dicci, se la tua storia d’amore fosse un libro, con che titolo lo avresti pubblicato?

Si potrebbe intitolare “L’uomo isola”, visto che nello stesso anno (2016), un paio di mesi prima del matrimonio, uscì questo romanzo a cui avevo lavorato. Devo dire subito che nulla ho in comune con Martina, la protagonista del romanzo! Ma mi sono sposata su una meravigliosa isoletta siciliana, Levanzo, e quel libro celebra l’amore per le isole; il primo collante tra me e mio marito è stato la passione per le piccole isole, possibilmente semplici, possibilmente selvagge e sperdute.

Quelle del club “Proposta di Matrimonio” vogliono sapere come te l’ha chiesto. Fino ad ora nessuno dei mariti delle mogli intervistate si è messo in ginocchio. Pare non sia più in voga. Smentiscili tutti, dai.
Eravamo sul divano e lui ha detto Come sarebbe bello sposarsi in Grecia, su un’isola. Io ho risposto, Ma dai, troppo complicato, e lui, be’, a Levanzo, allora. È andata così. Nessuno dei due, prima di quel momento, aveva pensato al matrimonio, non ne avevamo mai parlato prima! E con un po’ di follia e incoscienza; ci siamo buttati nell’avventura senza pensarci troppo.

Che tipo di nozze sono state le vostre? Tipo shabby chic, come tanto piace chiamare le nozze in campagna oggi, oppure più un evento da città ?
Nozze divertentissime, allegre, una festa piena di grazia (l’atmosfera magica del luogo ha dato una mano). Eravamo in 40 (in tempi pre-Covid, un record al ribasso per un matrimonio siciliano!). Ci siamo sposati il 4 giugno, quando esci dalla chiesetta vedi il mare. Sulla tavola, aragoste e pescato del giorno cotto su pietra lavica. Vini profumatissimi. Violoncello. Girasoli e rose bianche sui tavoli. Il riflesso del mare, la luce speciale dell’isola… era tutto inebriante.

Nella foto sfoggi un abito splendido. Raccontaci come l’hai scelto e chi c’era con te.
L’ha realizzato Anna, il suo piccolo atelier si trova a Trapani. Io ho disegnato l’abito, lei ha fatto degli aggiustamenti al mio progetto. Ho comprato il tessuto con mia madre. Volavo da Roma a Trapani per le prove del vestito mentre organizzavo contemporaneamente il Salone del libro di Torino, un delirio! In quattro weekend l’abito era pronto. Niente velo sul capo, ma fiori freschi tra i capelli.

Io so che c’è tutte le volte in tutte le nozze che ho raccontato e a cui sono stata, quel contrattempo da panico prima del gran giorno. Ci riveli quello del tuo matrimonio?
Ce ne sono stati innumerevoli! Il giorno stesso del matrimonio, i fiori dovevano arrivare sull’isola la mattina presto, con il traghetto che partiva da Trapani. Al porto sbarca qualcuno. Ma degli addobbi non c’è traccia, il ragazzo aiutante del fioraio si era addormentato. Il traghetto avrebbe proseguito per Favignana e poi Marettimo.

Oddio! Quindi niente fiori ma tante risate. Hai lanciato la giarrettiera in testa a qualche invitato? Così, tanto per smorzare la tradizione?
Niente giarrettiera! In compenso non è mancato il lancio del bouquet con parapiglia
generale, se lo sono conteso una cugina di mio marito e una delle testimoni.
L’hanno afferrato entrambe. Entrambe sono ancora single

Ora raccontaci di lui. Quand’è che hai avuto quelle farfalle nello stomaco che nemmeno un Maloox plus avrebbe potuto abbattere e hai capito di essertene
irrimediabilmente innamorata?
All’uscita della libreria dove si era tenuta la presentazione di un libro della mia casa editrice, ho ceduto e gli ho risposto, Ok, andiamo a bere qualcosa – era praticamente il nostro primo appuntamento – e lui, A bere?! Ma no, andiamo a cena! Ho pensato che fosse un entusiasta della vita, mi ha dato l’idea di un uomo passionale, aperto, generoso. Avevo ragione.

C’erano scrittori o scrittrici famose alle tue nozze? Non so, tipo Emilie Bronte, Virginia Wolf, la May Alcott? O anche una ancora viva, eh.
C’erano la scrittrice e amica Beatrice Monroy, la bravissima libraia di Trapani Teresa Stefanetti,della Libreria del Corso.

Quanto tempo avete impiegato a organizzare le nozze? Fatto tutto da sola o con una wedding planner? Svelaci la vera chicca del tuo ricevimento:
Abbiamo organizzato tutto da soli, in tre mesi. Prenotando viaggio e alloggio per
tutti gli invitati romani (la mia amica del cuore veniva da Torino). Siamo rimasti per
tre giorni tutti insieme sull’isola. Qualcuno ha scoperto Levanzo per la prima volta e
se n’è innamorato: era quello che volevamo, fare una festa, condividere un’emozione e offrire una vacanzina che diventasse un’esperienza (agli invitati trapanesi, naturalmente, la più piccola della Egadi era invece ben nota).

E il vostro viaggio di nozze? Raccontaci qualcosa che si può raccontare.
Non abbiamo fatto il viaggio di nozze. Siamo rimasti sull’isola qualche giorno in più
degli altri, a goderci la pace e i colori, un anticipo di estate. Poi, strafelici e increduli
per quello che avevamo combinato, siamo tornati a Roma, io al mio lavoro in
redazione e lui al suo.

Se dovessi risposarti, cosa cambieresti? (marito incluso, eh).
Non sai cosa darei per risposarmi subito nello stesso identico modo! Ci siamo divertiti moltissimo.

Grazie di cuore Daniela, i fiori d’arancio del giorno sono tutti per te!

#sisposichipuò

photos by Mario D’Angelo

 

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